La grotta Zinzulusa è uno dei più grandi fenomeni carsici salentini con formazioni calcaree che ricordano i vestiti della bambina della leggenda. Il laghetto di Cocito, sempre citato nella leggenda, da la vita a numerosi esemplari di gamberetti lunghi ben 7 centimetri. In numerosi pensano che il nome della grotta nasca dal nome greco e arabo di un albero: il giuggiolo.Successivamente alla sua scoperta grazie al vescovo di Castro nel 1793, molti furono i ritrovamenti al suo interno, alcuni risalenti al Neolitico e al Paleolitico. È stata aperta al pubblico solo nel 1957, permettendo la visita delle sue tre parti differenti: l’ingresso, che ospita le acque cristalline della Conca, il Duomo, che presenta in maniera minore stalattiti e stalagmiti e infine il Cocito con le sue acque.
Oggi è una delle grotte più visitate che permette di addentrarsi a piedi fino a 150 metri dall’ingresso. Ospita innumerevoli specie di animali acquatici che l’hanno fatta rientrare nella lista delle dieci grotte carsiche più a rischio e inoltre ospita ogni anno, nel mese di dicembre, un presepe mozzafiato. Insomma una grotta che oltre alla sua leggenda ha molto altro da raccontare.